
Il nuovo piano Ue presentato oggi a Bruxelles prevede un sistema europeo di stoccaggio per garantire, in caso di “disastri naturali, stati di crisi o aggressione armata”, l’accesso a tutte le risorse critiche. Nella “Strategia dell’Unione europea per la preparazione” 30 azioni chiave per affrontare le emergenze
Un kit di sopravvivenza con acqua, cibo, farmaci e batterie, per assicurare ai cittadini un’autosufficienza di almeno 72 ore, in caso di guerra, disastri naturali o altri stati di crisi, oltre a linee-guida per informare sulla “disponibilità di rifugi”. Sono alcune delle misure che la Commissione europea elenca nella sua “Strategia dell’Unione europea per la preparazione”, il nuovo piano presentato oggi a Bruxelles. Concretamente, la strategia prevede 30 azioni chiave e un piano d'azione dettagliato per avanzare verso gli obiettivi della preparazione dell'Unione di fronte a scenari di crisi, oltre a promuovere una cultura della "preparazione integrata" in tutte le politiche dell'Ue. (GUERRA RUSSIA UCRAINA: LE NOTIZIE IN DIRETTA)
Il piano Ue: le novità
Tra le novità previste: un sistema europeo di stoccaggio per garantire, in caso di necessità, l’accesso a tutte le risorse critiche, come farmaci, batterie di ricarica (ma anche prodotti agroalimentari e acqua), una piattaforma digitale per la gestione delle crisi, maggiore interoperabilità tra forze civili e militari e un sistema europeo di sorveglianza satellitare. "Questa iniziativa nasce in un momento in cui l'Unione europea si trova ad affrontare crisi e sfide sempre più complesse che non possono essere ignorate. Dalle crescenti tensioni geopolitiche e conflitti, alle minacce ibride e informatiche, fino alla manipolazione delle informazioni straniere, ai cambiamenti climatici e all'aumento dei disastri naturali, l'Ue deve essere pronta a proteggere i propri cittadini e le funzioni sociali essenziali per la democrazia e la vita quotidiana", ha riferito l'esecutivo europeo. Il rapporto è finalizzato a provare a estendere a livello europeo l’approccio già in vigore nei Paesi scandinavi, seguendo l’indicazione arrivata dal report realizzato dall’ex presidente finlandese, Sauli Niinisto.
Gli obiettivi chiave
Tra gli obiettivi chiave e le azioni della strategia, c’è la protezione delle funzioni sociali essenziali dell'Europa, con la definizione di criteri minimi di preparazione per servizi essenziali come ospedali, scuole, trasporti e telecomunicazioni; il potenziamento delle scorte di attrezzature e materiali critici; e il miglioramento dell'adattamento climatico e della disponibilità di risorse naturali essenziali come l'acqua. "Le nuove realtà richiedono un nuovo livello di preparazione in Europa. I nostri cittadini, i nostri Stati membri e le nostre imprese hanno bisogno degli strumenti giusti per prevenire le crisi e reagire rapidamente quando si verifica un disastro. Le famiglie che vivono in zone soggette a inondazioni devono sapere cosa fare quando l'acqua sale. I sistemi di allerta precoce possono evitare che le regioni colpite dagli incendi perdano tempo prezioso. L'Europa è pronta a sostenere gli Stati membri e i partner fidati nella nostra vicinanza per salvare vite e mezzi di sussistenza", ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
La Giornata annuale della preparazione
Secondo la Commissione europea, “la consapevolezza del rischio e delle minacce è essenziale per assicurare che tutti i cittadini diventino partecipanti attivi nella prevenzione dei rischi”. Per questo, come recita la bozza documento, visionata in anteprima da La Stampa,“la Commissione proporrà una Giornata annuale della preparazione dell’Ue” e chiederà agli Stati di includere questo tema “nei programmi di istruzione scolastica e nella formazione del personale docente”. Serve, in sostanza, “una nuova mentalità”.
Dalle emergenze sanitarie alla guerra: perché serve prepararsi
Le minacce ambientali, sanitarie e militari sono al giorno d’oggi più che concrete, ma l’Europa non è ancora pronta ad affrontarle. Per tre ragioni, scritte nella bozza del piano Ue: “La gestione delle crisi dell’Ue è più reattiva che pro-attiva, la cassetta degli attrezzi è frammentata e le strutture esistenti a livello europeo hanno dimensioni e risorse limitate”. Per questo Bruxelles intende “apportare un valore aggiunto”, “migliorando il coordinamento e l’efficienza e promuovendo una cultura di preparazione e resilienza”, pur “nel rispetto delle competenze e delle specificità degli Stati membri”.
Il futuro ruolo della Siac
Il primo passo della “Eu Preparedness Union Strategy” è quello della “previsione e dell’anticipazione”. Per questo l’Ue prevede anche il ruolo della Siac, la Single Intelligence Analysis Capacity, che sarà rafforzata entro la fine del 2025 e diventerà il punto di accesso unico per l’intelligence degli Stati membri. La proposta prevede anche l’introduzione di quello che viene definito un “cruscotto di crisi per i decisori” per facilitare il coordinamento tra la Commissione, l’Alto Rappresentante e gli Stati membri. Sarà inoltre istituito un servizio satellitare governativo per l’osservazione della Terra e rafforzato il Centro di coordinamento per la risposta alle emergenze. La Commissione intende anche coordinarsi con alcuni Paesi extra-Ue, ma anche con le istituzioni multilaterali (Onu) e la Nato.
Comunicazione, cooperazione e protezione civile
L'Ue punta anche a rivedere il meccanismo di protezione civile dell’Unione “per migliorarne l’efficacia”, mentre i governi saranno chiamati a sviluppare i sistemi di comunicazione dei rischi alla popolazione, con sistemi d’allerta in tempo reale e contrasto alla disinformazione.
Un altro aspetto chiave sarà il rafforzamento della cooperazione tra settore pubblico e privato, attraverso la creazione di task force, e soprattutto quella tra le autorità civili e militari. “In un numero crescente di scenari, ad esempio emergenze sanitarie, eventi meteorologici estremi, attacchi ibridi e informatici, le autorità civili hanno bisogno di supporto militare. In caso di aggressione armata, le forze armate richiederebbero supporto civile per garantire il funzionamento continuo dello Stato e della società. Pertanto dobbiamo migliorare l’interazione tra attori civili e militari”, recita la bozza.
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